Il singhiozzo è un disturbo molto fastidioso. È causato da due fattori, prima di tutto, il diaframma si contrae involontariamente, perché i nervi che lo controllano sono stimolati a causa , per esempio, di un pasto molto frettoloso; poi, quando viene inalata l’aria, lo spazio tra le corde vocali, nella parte posteriore della gola si chiude con uno scatto, provocando il caratteristico suono del singhiozzo. Ci sono parecchi metodi per fare cessare il singhiozzo: alcune persone bevono un bicchiere d’acqua trattenendo il respiro, altre trattengono il respiro finché il singhiozzo non passa. Queste tecniche possono essere utili perché ristabiliscono il ritmo normale del diaframma, che si contrae riducendo il rifornimento di ossigeno aumentando il livello di anidride carbonica. Altre “cure” cercano di raggirare il sistema nervoso con tattiche diverse, come solleticarsi il naso per provocare uno starnuto oppure tirare fuori la lingua.
Tuttavia, per quanto noioso esso sia, il singhiozzo non danneggia, in sé, lo stato di salute. Si può “singhiozzare” per molti giorni di seguito senza che si debba per questo soffrirne, a differenza di quanto accade, per esempio, con la tosse.
Il singhiozzo, pertanto, non è una malattia ma un sintomo rilevatore di situazioni patologiche: talune banali (come una lieve indigestione), altre serie (come lesioni cerebrali, tumorali o circolatorie).
Se il singhiozzo si prolunga più di 48 ore (singhiozzo incoercibile) ed è assiduo e disturba il sonno, l’alimentazione, il modo di parlare oppure la risanamento delle ferite dopo un qualsiasi intervento, si consiglia di consultare il proprio medico. Talora, quest’ultimo sospetta una patologia può prescrivere degli esami (escludere che sia associato al diabete, a qualche infezione o a patologie renali); oppure esami (quali TAC, Radiografia Toracica, risonanza magnetica, esami endoscopici) capaci di identificare le anomalie che possono percuotere il nervo frenico, il nervo vago oppure il diaframma.
Quando il singhiozzo è dovuto ad una patologia bisogna curare il disturbo. Fra i farmaci più comunemente utilizzati ci sono la Clorpromazina (un antipsicotico), la Metoclopramide (Plasil) (farmaco antinausea), il Baclofen (Lioresal), un miorilassante. Inoltre, il medico può prescrivere un’iniezione di anestetico così da bloccare il nervo frenico e fermare il singhiozzo. Altro metodo ancora, è quello tramite chirurgia di impiantare nel torace un dispositivo a batteria che produce una leggera stimolazione del nervo vago (utilizzato soprattutto per la cura dell’epilessia).